mercoledì 3 febbraio 2010

Se cala l'occupazione

Da Mimmo Lopresto ricevo e pubblico

Si fa sempre più pesante la situazione dell’occupazione in Italia. Sono di questi giorni le notizie sull’intensificarsi di manifestazioni di protesta di molti lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro e di migliaia di lavoratori che potranno essere messi in cassa integrazione. I casi più noti si riferiscono alle vicende degli stabilimenti dell’ALCOA in Veneto e in Sardegna, dell’OMSA di Faenza, della FIAT di Termini Imerese, ma il problema è purtroppo molto più diffuso. Si apprende che anche nel Porto di Gioia Tauro c’è il rischio di cassa integrazione per 400 lavoratori.

La situazione è drammatica tanto che anche il Papa, durante l’Angelus di domenica scorsa, ha sentito l’esigenza di scendere in campo per sottolineare le gravi conseguenze della crisi sui posti di lavoro e lanciare un appello a governanti e imprenditori per fare il possibile per difendere l’occupazione.

I fatti sono eloquenti, e la loro gravità è stata recentemente confermata da rapporti sindacali e da indagini statistiche. Secondo l’Istat, il tasso di disoccupazione a dicembre 2009 è salito all’8,5%, in crescita dell’1,5% rispetto allo stesso mese del 2008 e dello 0,2% rispetto a novembre 2009. La disoccupazione giovanile (15-24 anni) è salita al 26,2% (+ 3% rispetto al 2008). Inoltre, il tasso di occupazione è pari al 57,1% (- 1,1% rispetto a dicembre 2008), mentre il numero delle persone in cerca di occupazione è superiore del 22,4% rispetto al mese di dicembre 2008.

L’allarme è confermato dalla Cgia di Mestre secondo cui l’aumento maggiore dei disoccupati è riscontrabile in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto e dal Centro Studi di Confindustria che non ha lasciato intravedere alcuna inversione di tendenza e ha calcolato che il tasso dei senza lavoro, compreso i cassintegrati, sarebbe salito a fine 2009 al 10,1%.

Da uno studio dell’Osservatorio CIG della CGIL è emerso che da ottobre 2008 a dicembre 2009 sono state autorizzate 634.699.339 ore di Cassa Integrazione Ordinaria, 370.384.779 ore di Cassa Integrazione Straordinaria, per un totale di 1.005.084.118 ore di CIG (più di un miliardo!). Nel solo 2009 sono state autorizzate 918.146.733 ore di Cassa Integrazione con un aumento del 311,43% rispetto al 2008 coinvolgendo oltre un milione di lavoratori. “L’alto ricorso alla Cig – secondo questo rapporto – ha rappresentato una difesa dagli effetti della crisi produttiva ma anche il risultato di una crisi profonda che ha investito il nostro apparato produttivo”.

La situazione è quindi pesante e i primi a subire le conseguenze della crisi sono i lavoratori che rischiano il posto di lavoro e con esso la dignità e il sostegno economico e morale alla famiglia, perché, desidero ancora ricordarlo, il lavoro conferisce alla persona la libertà e la dignità. Purtroppo, il fenomeno è tristemente “sottovalutato” da molti mezzi di informazione, soprattutto i notiziari televisivi (tranne il TG3), che evitano di affrontare il problema, preferendo offrire all’opinione pubblica italiana notizie più “ottimiste”. E’ agghiacciante la notizia di ieri del gesto disperato di un operaio che nel bergamasco si sarebbe ucciso dopo aver perso il posto di lavoro.

Alla luce di questi fatti e di questi dati, è veramente difficile non definire irresponsabili coloro che continuano a sostenere che l’Italia è fuori della crisi e che la povertà sia soltanto una percezione.

1 commento:

Gianni Golotta ha detto...

A questo scenario desolante aggiungerei che la scelta delle OO.SS. di dedicarsi in tutta Italia quasi unicamente alla cura dei diritti dei pensionati e alla ricerca di pensionandi da seguire, s'è rivelata fallimentare ed ha determinato, tra l'altro, il venir meno per i lavoratori di un punto di riferimento, aggregazione e tutela.
L'Espresso di questa settimana pubblica un ampio dossier sull'argomento e ne consiglio la lettura.